IL SOLARE HA CREATO OCCUPAZIONE E ATTRATTO INVESTIMENTI
In controtendenza rispetto alle tradizioni italiane, nazione che poco attira gli investimenti esteri, il settore economico del fotovoltaico ha portato nel nostro paese aziende internazionali.
Non solo, perché ha anche creato occupazione per gli italiani.
Fin qui tutto bene, ma come al solito c’è l’amaro rovescio della medaglia.
Giusti gli incentivi e gli investimenti attratti con essi, ma altrettanto indispensabile sarebbe essere lungimiranti non solo nel breve, ma anche nel lungo termine. E quindi continuare a favorire il settore, anche con strumenti diversi da quelli usati all’inizio.
Un po’ come avviene per un’azienda appena fondata, alcune fonti di finanziamento sono adatte nelle prime fasi di vita, poi si deve passare ad altro una volta che si è ben avviati.
Insomma, qualunque siano gli strumenti, andavano prospettati scenari nel futuro, quando si è deciso di incentivare la produzione di energia solare fotovoltaica.
Invece, a quanto si percepisce dalle opinioni di alcuni operatori del settore questa lungimiranza non sembra esserci stata.
Se tali opinioni saranno fondate o meno non si può ancora dire con certezza, dato che il nuovo conto energia non è ancora realtà, ma vi è solo una bozza da approvare.
E ciò che gli interessati lamentano è anche la lentezza in queste decisioni: la tematica del nuovo conto energia viene continuamente procrastinata, e all’incertezza dei suoi contenuti e delle prospettive che questi potranno creare, si aggiunge l’incertezza sui tempi e sulla tempestività, facendo preoccupare così un intero settore produttivo.
NON SI POTEVA PREVEDERE PRIMA?
Si doveva soprattutto valutare la sostenibilità degli incentivi, attenuando gli effetti di un improvvisa chiusura dei rubinetti statali.
Si è creato un settore e ora si rischia di rallentarlo di colpo, se le preoccupazioni dei soggetti coinvolti si rivelassero fondate.
Gli sforzi pagati direttamente dal consumatore in bolletta verrebbero sprecati.
E che dire della brutta figura all’estero: alcune aziende straniere hanno già deciso di aprire un contraddittorio internazionale per perseguire l’Italia, dato che rischiano di vedere vanificati i propri investimenti.
Quindi qualcosa che non va sembra in effetti esserci, ma l’unica cosa certa per il momento è proprio l’incertezza sul nuovo documento che regolerà il settore.
Anche l’UE sembra voler bacchettare l’Italia in merito, visto che il suo comportamento pare essere in contrasto con il sostegno agli investimenti internazionali, che l’Italia dovrebbe continuare a sostenere secondo il Trattato di Lisbona.
Ora si spera in decisioni utili da parte del Governo, in un momento in cui le opinioni possono essere giuste o sbagliate, vista la novità di un settore in cui l’esperienza è per tutti limitata a pochi anni.
Si spera che si risolva il tutto, ma la domanda è sempre la stessa: non si poteva prevedere e soprattutto gestire con tranquillità prima che accadesse?